Monteprandone è un’esplosione di arte e cultura.
Chiesa di Santa Maria delle Grazie e Santuario di San Giacomo della Marca.
Su richiesta della stesso Santo, il 22 Agosto 1449 Papa Nicolò V autorizzò la comunità dei Frati francescani di Monteprandone a costruire il Convento e la Chiesa di Santa Maria delle Grazie, oggi meta di pellegrini provenienti da ogni parte del Mondo. All’interno, la cappella di Santa Maria delle Grazie ospita una preziosa e venerata immagine della Madonna in terracotta del XV sec., donata a San Giacomo dal Cardinale Francesco della Rovere.
La nuova cappella di San Giacomo custodisce i resti mortali del Santo. Assolutamente da non perdere la visita al Chiostro del XV sec., decorato da affreschi raffiguranti la vita del Santo. Una sala del Chiostro ospita, inoltre, il Museo di San Giacomo. Per antica tradizione, Sa Giacomo della Marca è invocato come protettore dei bambini, per questo ogni Domenica, al termine della messa vengono benedetti i più piccoli nella Cappella del Santo.
Museo Civico dei Codici di San Giacomo della Marca
I 61 volumi della Libreria del Santo sono ancora oggi conservati nel Museo Civico dei Codici di San Giacomo della Marca. Tra i volumi, ve ne sono quattro autografi del Santo con trascrizioni di sermoni ed omelie, ed una lettera che San Giacomo indirizzò a San Giovanni da Capestrano, suo amico e confratello. All’interno del museo sono anche presenti due antiche mappe di Monteprandone del XVIII e XIX sec. Ed una moneta coniata nel 1652 da Carlo II di Gonzaga, duca di Mantova e del Monferrato. La moneta celebra la nascita di Ferdinando Carlo, figlio di Carlo II e Clara d’Asburgo che non potendo avere figli invocarono il Beato Giacomo della Marca, molto venerato a Mantova ed attuale Compatrono della città.
Museo dell’Arte Sacra
Il Museo di Arte Sacra nasce nel 2000 per iniziativa dell’allora parroco Don Francesco Ciabattoni. E’ ubicato nella navata dell’ex Collegiata di San Nicolò di Bari, che conserva ancora visibili alcuni affreschi murali datati tra il XIV ed il XVI sec..Il Museo attualmente ospita tele, diversi reliquie ed opere d’arte di inestimabile bellezza, come l’Altare dedicato alla Madonna di Loreto, l’Ostensorio e l’Altare Maggiore completamente dorati. Da non mancare è la sezione dedicata a San Giacomo della Marca.
San Leonardo
È una delle costruzioni più antiche di Monteprandone, un’ex Chiesa benedettina farfense costruita tra l’XI ed il XII sec. che,fino all’editto di Napoleone, ha svolto anche la funzione di cimitero
“intra muros”. L’interno recentemente restaurato presenta un soffitto con volte a crociera e l’altare è posto in una tribuna ad arco a sesto acuto, sostenuto da due esili colonne ottagonali con capitelli a fogliame. L’esterno conserva l’originaria ed elegante struttura gotica: due grifoni in travertino sorreggono l’architrave della porta d’ingresso.
Chiesa di San Nicolò di Bari
La nuova Collegiata di San Nicolò di Bari risale al 1808, ma fu aperta al culto solo nel 1848. Su progetto dell’architetto Pietro Maggi, il suo interno si presenta in stile neoclassico. Da notare sono i sei altari laterali, tra i quali si segnala l’altare dedicato a San Cirino, martire del IV sec. d.C. sotto le persecuzioni diocleziane.
Il Suo arrivo è legato ad una leggenda per la quale oggi è invocato dagli agricoltori come Protettore delle calamità naturali. Le Sue reliquie giunsero a Monteprandone nel 1653 e venne riconosciuto come Compatrono del paese.
Da notare inoltre è la maestosa Bara del Cristo Morto, dorata e ricoperta di velluto e frange d’oro e d’argento, portata in processione ogni Venerdì Santo dalla metà del 1800.
Oratorio di San Giacomo della Marca
L’Oratorio di San Giacomo sorge nei pressi dei luoghi dove secondo la tradizione la famiglia Gangale possedeva una casa nella quale il futuro San Giacomo della Marca nacque con il nome di Domenico Gangale. L’interno è affrescato con scene di vita del Santo. Da sempre il luogo è considerato sacro e venerabile.
Villa Nicolai
Villa Nicolai, villa patrizia a cui è legata l’origine del toponimo Centobuchi. La Villa venne costruita nel 1823 e prese il posto di un palazzo merlato dalle mura ricoperte di tanti puntini asimmetrici (i buchi) di proprietà dell’antica famiglia ascolana degli Odoardi. I puntini rappresentano i buchi sulla pareti, nel nostro caso circa cento, dove erano conficcati i “pontali” di sostegno dell’impalcatura man mano che la costruzione dell’edificio procedeva verso l’alto. Alla fine dei lavori, quando l’impalcatura venne smontata, i buchi vennero tamponati solo all’interno, mentre all’esterno rimasero aperti e spesso vi nidificarono i colombi. Il palazzo venne così denominato “Palazzo di cento busci” o “cento buche”.
Oggi la Villa fa da sfondo a tantissimi eventi di rilievo.